Abruzzo Molise
COMUNICATO SINDACALE
Chi vive tutti i giorni la vita e la realtà ospedaliera, conosce bene quali sono le esigenze e le necessità di reparto, dei degenti e di tutti gli utenti e il carico di lavoro che tutti gli operatori sanitari, devono sopportare e realizzare.
Infermieri costretti a turni da dodici ore consecutive, normativa sull’orario di lavoro trasgredita.
Il personale delle UU.OO. pur lavorando con la massima diligenza e professionalità in tali condizioni è ovviamente impossibilitato ad assicurare un’assistenza priva di rischi per i pazienti, in quanto costretto a lavorare in una situazione di stress psicofisico insostenibile e dovuto dall’eccessivo carico di lavoro, tale da ridurre la lucidità nell’attività̀ assistenziale che può naturalmente essere causa di errori anche gravi, con un possibile aumento del contenzioso giuridico per la Ausl di Pescara.
Se oramai risultano essere croniche le condizioni assistenziale di UU.OO. tipo Geriatria e Medicina, ultimamente si stanno aggiungendo altri reparti, quali la Neurochirurgia, la Stroke Unit, l’Ematologia che oramai hanno tassi di occupazione superiori al 110%, ma con dotazioni organiche tarate per un tasso di occupazione dell’80%, con il risultato di una grave carenza organica, sia di Infermieri che di OSS, ed un ricorso ad utilizzo inappropriato dello stesso con richieste di effettuazione di turni di lavoro al limite, ed a volta anche, al di fuori della legalità.
La regione Abruzzo dichiara un numero di pazienti medio per infermieri dipendenti del SSN pari ad 11, secondo studi internazionali la riduzione da 10 a 6 pazienti medi per infermiere, abbatterebbe il rischio di mortalità del 20%.
Allora quali possono essere le possibili soluzioni?
- Aumentare le dotazioni organiche, ed in maggior numero le dotazioni di OSS,
(possibilmente senza ricorrere all’utilizzo delle agenzie di lavoro interinale o cooperative che non garantiscono un adeguato controllo sulla regolarità dei professionisti, si vedano gli ultimi casi di false infermiere) anche al fine di evitare episodi di “demansionamento” professionale che vedono coinvolti gli Infermieri;
- potenziare l’assistenza territoriale;
- aprire gli ambulatori infermieristici;
- creare gli ospedali di comunità.
Tutto ciò potrebbe evitare il massiccio afflusso di utenti al pronto soccorso; significherebbe controllare preventivamente la popolazione e se necessario accompagnarla nel percorso più efficace e rapido di cura e dove il cittadino chiede di essere assistito ossia a casa sua, con una riduzione del numero di ricoveri e di conseguenza un minor ma più specifico carico assistenziale per le UU.OO.
Pescara li, 24 ottobre 2017
Il Segretario CISL FP
Vincenzo MENNUCCI