LA SICUREZZA DEGLI OPERATORI SANITARI E’ DI VITALE IMPORTANZA PER LA COLLETTIVITA’

LA PRIMA ARMA CONTRO IL VIRUS E’ LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEGLI OPERATORI SANITARI

 La grave situazione emergenziale, causata della diffusione del COVID – 19, pone tutto il personale sanitario in una situazione di alto rischio al contagio. Di fatti, essendo le professioni sanitarie le prime esposte al virus, a loro è richiesto il sacrificio umano e professionale che non può e non deve essere ripagato esclusivamente da ringraziamenti o da temporanei attestati di riconoscenza. A loro deve essere riservato il rispetto ed il riconoscimento della professionalità, il salario e soprattutto deve essere garantita la sicurezza e la salute.

L’articolo 7 del D.L. 9 marzo 2020 n. 14, dispone che gli operatori sanitari non vengono sottoposti a sorveglianza sanitaria e che loro possono sospendere l’attività solo in caso di sintomatologia acclarata. Per queste motivazioni, le segreterie generali di FP CGIL, FP CISL e UIL FPL, hanno chiesto ai datori di lavoro delle Aziende Sanitarie Locali, ma soprattutto alla Regione Abruzzo che ha la responsabilità sanitaria sul livello regionale, di non applicare tale irragionevole comportamento, prevedendo per gli stessi operatori, la possibilità di effettuare almeno i “tamponi”. In altre Regioni d’Italia così sta avvenendo, a prescindere o meno dalla comparsa dei sintomi, fin dal momento in cui si è accertato di avere avuto contatti con casi risultati positivi al virus che, tra l’altro, oltre a tutelare i dipendenti eviterebbero il propagarsi del contagio.

Altro problema di fondamentale importanza per la tutela della salute e della sicurezza degli operatori sanitari è l’utilizzo di idonei mezzi di protezione. Il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto in data 14 marzo 2020 tra Governo e parti sociali, nonché il successivo D.L. del 17 marzo 2020 n. 18, prevedono la possibilità di utilizzare dispositivi di protezione individuali diversi da quelli consentiti dalla norma vigente. Cioè, data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzati dispositivi di protezione individuale, la cui tipologia, corrisponda alle indicazioni dell’autorità sanitaria.

Pertanto, la tutela della salute e della sicurezza degli operatori sanitari, risulta divenire un tema “scottante” quando per esigenze di mercato si deve far ricorso a dispositivi di protezione individuale che non garantiscono la totale sicurezza degli stessi e quando gli operatori vengono esclusi dalla sorveglianza sanitaria e dal periodo di quarantena. Il combinato disposto normativo, di fatti, genera una grottesca situazione che oltre a non garantire la salute e la sicurezza di chi è chiamato in prima linea ad operare contro il virus, non garantisce la salute e la sicurezza delle persone che fanno ricorso alle cure dei sanitari.

Quindi, la CISL FP pienamente consapevole della situazione emergenziale in atto e conscia di ciò che la norma prevede, tralasciando la scelta fatta da alcune sigle sindacali di denunciare alle autorità competenti l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale non idonei, senza esitare, afferma di aver scelto diligentemente la strada della sorveglianza continua degli operatori sanitari, unico mezzo in questo particolare momento utile a garantire la salute e la sicurezza degli stessi e della collettività.

Da ciò ne deriva la richiesta congiunta unitamente alle federazione del pubblico impiego di CGIL e UIL, indirizzata al Presidente della Regione Abruzzo e ai datori di lavoro delle ASL territoriali, con la quale si è chiesto senza se e senza ma di procedere celermente con i tamponi nei confronti di tutti gli operatori sanitari.

La Segreteria CISL FP Abruzzo Molise

 

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