La Sanità privata in Abruzzo conta molteplici strutture tra cliniche, ospedali e centri di riabilitazione, in cui lavorano più di 3000 infermieri, fisioterapisti, tecnici sanitari, operatori socio sanitari, amministrativi e manutentori. Le strutture della sanità privata abruzzese ottengono rimborsi pubblici per più di 631 milioni di euro, con una spesa procapite di 474 euro (dati 2017).
Nonostante questi cospicui introiti, Aris e Aiop – le associazioni che raggruppano la sanità privata nata nel mondo cattolico e quella ben più recente del business laico – continuano a negare il rinnovo contrattuale subordinandolo in sostanza alla garanzia di maggiori contributi da parte della Regioni.
UNO SCIOPERO CHE HA BISOGNO DI SOLIDARIETÀ E SOSTEGNO
Un atteggiamento provocatorio che ha costretto i sindacati di categoria a proclamare una giornata di sciopero nazionale della sanità privata per il 20 settembre p.v., dopo che anche l’ultimo tentativo di conciliazione al Ministero del Lavoro si è risolto con un nulla di fatto.
Lo sciopero proclamato sarà preceduto da numerose assemblee ed iniziative di carattere informativo sui posti di lavoro, rivolte anche agli utenti che fruiscono dei servizi della Sanità privata.
LE RAGIONI DELLO SCIOPERO DEL 20 SETTEMBRE 2019
La ragione principale dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto per 12 anni. L’ultimo rinnovo economico risale al 2007: da allora i lavoratori non hanno avuto nemmeno un centesimo di aumento. Il rinnovo invece della parte normativa, che comunque contiene norme che hanno una valenza economica, risale al 2005. Da allora a oggi, il mondo della sanità è completamente cambiato, sia in termini di professionalità, che di mansioni.
Parità salariale con la sanità pubblica
C’è un altro punto importante su cui si focalizza lo sciopero: la necessità di avere per gli operatori del privato gli stessi salari del pubblico. Stessa mansione, stessa dignità contrattuale. Ora i lavoratori, dopo anni di attesa, sono stanchi e rassegnati. Si consideri che questa trattativa si sta portando avanti da almeno 20 mesi. Si è cercato di sviluppare in primis la parte normativa, la più complicata, soprattutto per il fatto che è arretrata e vecchia. Tanti punti sono stati visti e rivisti, poi però quando si è arrivati al punto di doversi occupare della parte economica c’è stata la frattura e quindi la decisione di interrompere la trattativa.
L’obiettivo per la CISL FP è di arrivare ad avere un tabellare uguale a quello della sanità pubblica: la cifra minima richiesta, al netto degli arretrati, è di oltre 100 euro mensili su un livello medio basso. Dinanzi a ciò, la parte datoriale ha replicato negativamente, dichiarando che le risorse per il rinnovo contrattuale avrebbe dovuto metterle le regioni. Da lì la rottura delle trattative e lo stato di agitazione che ha portato a moltissime manifestazioni.
La Segreteria CISL FP Abruzzo Molise