Statali: sempre di meno e sempre più 'vecchi'. E con buste paga sempre più leggere. A fare i conti in tasca alla P.a. è la Ragioneria generale dello Stato. Dati alla mano, il totale della forza lavoro impiegata nelle amministrazioni pubbliche nel 2015 risulta in calo rispetto all’anno presedente. "L'ingresso dei nuovi enti nella rilevazione avvenuto nel 2011 e nel 2014 maschera il trend effettivo del totale del personale pubblico. Al netto dei nuovi ingressi si osserverebbe una riduzione ininterrotta che prosegue dal 2008", spiega la Rgs. Certo, prosegue, rispetto agli anni passato il calo si è attenuato, "toccando il minimo proprio nel 2015". Ma gli effetti accumulati fanno segnare, una riduzione del 5% rispetto al 2007 che al netto dell'apporto degli enti acquisiti nella rilevazione diventa pari al 6,9%, "corrispondente ad una contrazione assoluta di 237.220 persone".
Nel frattempo, come dicevamo, l’età media ha continuato a salire, fino a raggiungere, alla fine del 2015, la soglia dei 50 anni. "Nel periodo 2001-2015 l'età media riferita al totale del personale – spiega la Rgs – è cresciuta di sei anni e quattro mesi", anche se con "differenze notevoli fra i vari comparti".
Negli stessi anni, il blocco della contrattazione ha impoverito i dipendenti pubblici, i cui stipendi non sono stati in grado di agganciare il costo della vita, che ha proceduto con una velocità quasi doppia. "Sull'intero periodo 2007-2015 – sottolinea la Ragioneria generale dello Stato – il tasso di inflazione ha avuto un incremento del 13,5% ed è stato significativamente più elevato della variazione registrata dalla retribuzione media di fatto rappresentativa dell'intero pubblico impiego che, sul medesimo periodo, ha avuto un incremento del 7,8%".
I conti della Rgs danno forza alle rivendicazioni sindacali. “La flessione dello stipendio medio – dichiara Maurizio Petriccioli, commissario della Cisl funzione pubblica – ci preoccupa molto se teniamo in considerazione gli effetti della crisi economica sulle famiglie, ma anche la riduzione degli organici del 6,9% è un dato allarmante. Siamo pronti a collaborare con il Governo a un piano assunzionale che passi dalla stabilizzazione dei precari e abbia come fine un generale rinnovamento della pubblica amministrazione. Ciò, chiaramente, può avvenire solo invertendo la tendenza; riaprendo un tavolo tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto; lavorando a un modello nuovo che metta al centro l'efficienza e i servizi al cittadino. Oggi i freddi numeri ci consegnano l'immagine di un Paese tornato indietro di dieci anni”.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)
( 20 gennaio 2017 )